È incredibile cosa si può fare con ago e filo. Lo sapevano benissimo le nostre nonne, quando a casa, visto il poco che possedevano, dovevano continuamente ricucire, rattoppare, aggiustare. L’ago e il filo erano il pronto intervento per risolvere con urgenza ogni cosa: strappi, buchi, rotture, così che qualsiasi indumento fosse velocemente ripristinato. Il loro intervento era il più delle volte miracoloso e riuscivano a salvare cose che apparentemente potevano considerarsi irrecuperabili. Concludevano infatti ogni ricucitura con l’esclamazione: “Ecco, come nuovo!”
Quanta umiltà in quei semplici gesti mai frettolosi o impulsivi!
Un po’ di quell’arte dovremmo farla nostra, ogni giorno! Si perché ricucire noi stessi é un’arte, é maestria che richiede pazienza, umiltà, presenza e compassione. Dovremmo infatti volgere continuamente lo sguardo alle nostre rotture, strappi, mancanze e con il filo dell’amore e con l’ago della sincerità ricucire, unire, riportare integrità.
Molte volte, troppe volte momenti difficili o esperienze traumatiche hanno creano piccole o grandi lacerazioni nei nostri molti aspetti e quelle ferite aspettano di essere guarite, ricucite, risolte. Spetta a noi intervenire e nessuno può farlo al posto nostro.
Dovrebbe essere un impegno quotidiano, vissuto con gioia e grande amore verso noi stessi. Ma questo richiede innanzitutto di lasciare andare falsi ideali di perfezione, maschere basate sul conformismo, abitudini illusorie e distorte. L’ago e il filo infatti servono a ricomporre la nostra integrità, a rivalutare la nostra unicità, a recuperare il nostro valore. Non ci possono essere scuse per questo, é un nostro dovere, un nostro impegno ed é il sentiero che ci accompagna alla gioia e alla vera felicità.
Con umiltà pertanto recuperiamo l’arte dell’ago e del filo, non per ricucire l’abito della personalità, ma per ricomporre i molti aspetti della nostra anima che aspettano di essere recuperati, amati ed integrati nella totalità del nostro Essere eterno.
Jhonny